Storia

ORIGINE E DENOMINAZIONE: S. Pietro Avellana ha origini antichissime, sicuramente risalenti ad epoca italica prima e sannita poi. La denominazione ripete il nome di S. Pietro da quello di un cenobio benedettino, che attrasse i coloni delle terre adiacenti determinando la formazione graduale del centro abitato. Alcuni, per il passato opinarono che l’aggiunto AVELLANA” derivasse dalle “avellane” (corylus avellana) che prosperavano nelle campagne circostanti il monastero; altri hanno asserirono che derivasse da “avellum” e quindi dalle numerose tombe di epoca romana imperiale che pure si sono per il passato trovate numerose sul territorio; altri, infine, e fra questi lo storico Galanti furono dell’idea che Avellana si potesse interpretare come italianizzazione di “Ad Volana”, e che quindi il cenobio si trovasse nelle vicinanze di Volana, città sannita, presa ed abbattuta dal Console romano Carvilio, nel 458 a.c., del che è menzione in Tito Livio (X-XLV). L’aggiunto di Avellana è quindi antichissimo di secoli, e ai nostri tempi è utile a far distinguere la denominazione del Comune da altri 29 che parimenti sono denominati con il nome del principe degli Apostoli. IL MONASTERO Il Monastero, che diede origine all’abitato, secondo il dotto Arciprete Don Sabatino Frazzini, sarebbe stato edificato dai Borello Conti dei Marsi nell’anno 995 con il patrocinio del benedettino Domenico di Sora, elevato poi all’onore degli altari. Il Ciarlanti, invece, afferma che l’Abate Domenico del Monastero di Sora fondò il cenobio detto di S. Pietro Avellana nel 1025 su territorio donatogli da Borrello seniore; e che il figlio di questi nel 1069 (a quanto afferma Pietro Diacono) offrì alla Badia Cassinense dotandolo di 5000 moggia di terreno. L’INSEGNA “Il Comune ha per insegna un campo spaccato, nella parte superiore di bianco, nella inferiore di rosso: ambo caricate di un tronco di olivo, sul quale nella seconda sono incrociate le due chiavi simboliche della Chiesa Romana.”

 

Geografia fisica

Il centro abitato è situato alle falde nord-occidentali del monte Miglio, nel suo territorio scorre anche il torrente Rio, affluente del fiume Sangro, nonché il fiume Vandra, affluente del fiume Volturno.

Il comune di San Pietro Avellana comprende tre frazioni: Masserie di Cristo, Alvani, Cerri e Scalo Ferroviario dove è situata anche la stazione dei treni.

Origini del nome

Il toponimo riprende il nome di S. Pietro da quello del cenobio benedettino che fu il nucleo che portò alla graduale formazione del centro abitato.[4] Le ipotesi sulla denominazione “Avellana” sono parecchie, ma la più accreditata è che possa derivare da Ad Volana, e che quindi il monastero si trovasse nelle vicinanze di Volana, città sannitica distrutta durante la terza guerra sannitica nel 293 a.C. dal console romano Spurio Carvilio, unitamente alle città di Ercolano e Palombina. Secondo altre ipotesi potrebbe fare riferimento alle avellane, frutti dei noccioli che prosperavano nelle campagne circostanti il monastero; altri hanno suggerito che derivasse da avellum e quindi dalle numerose tombe di epoca romana imperiale che pure si sono per il passato trovate numerose sul territorio.

Storia

L’attuale abitato fu fondato nel X secolo circa da san Domenico di Sora. Ebbe origine da un insediamento di abitanti locali i quali, a seguito della distruzione dei vari casali ai quali era riconosciuta autonomia amministrativa, ritennero di dover risiedere nelle immediate vicinanze dell’abbazia benedettina di San Pietro, che all’epoca era una cittadella fortificata e quindi forniva anche protezione di tipo militare.

Simboli

Nello stemma comunale sono raffigurate le chiavi attributo di san Pietro ed un albero di avellane, il nocciolo.

Onorificenze

Medaglia d'argento al merito civile - nastrino per uniforme ordinariaMedaglia d’argento al merito civile
«Piccolo centro di circa tremila abitanti, occupato dalle truppe tedesche con l’ordine di far ‘terra bruciata’ subiva tanto da essere definito ‘la Cassino del Molise’ violenti rastrellamenti e razzie che causarono la morte e la deportazione in campi di concentramento di numerosi cittadini, nonché la totale distruzione del patrimonio edilizio. Con l’arrivo degli alleati l’intera popolazione veniva evacuata e trasferita nella vicina Regione della Puglia e, con il ritorno della pace, per i sopravvissuti, ormai privi di ogni avere, iniziava il triste rito dell’emigrazione nei Paesi europei e del Nord e del Sud America.»
— Novembre 1943 – San Pietro Avellana (IS)

Monumenti e luoghi di interesse

Nei pressi del paese si trovano i ruderi del monastero medievale di San Pietro dell’Avellana, in cui era conservato il Chronicon Vulturnense, sorta di catasto delle chiese della Valle del Sangro appartenenti all’abbazia di San Vincenzo al Volturno, una delle abbazie benedettine di fondazione altomedievale più importanti dell’Italia centro-meridionale.

Fondata nel IX secolo come monastero indipendente, l’abbazia di San Pietro divenne dipendenza diretta di Montecassino nel 1060 grazie a papa Niccolò II[5], mentre nel 1069 i Conti di Sangro, fondatori e proprietari del Monastero, sancirono il passaggio a Montecassino con un documento ufficiale firmato da Borrello Giuniore, che cedeva alla potente abbazia benedettina cassinense anche tutti i possedimenti di San Pietro dell’Avellana, impegnandosi a difenderli militarmente come se fossero ancora suoi[6]. Nel 1112 papa Pasquale II con una Bolla conferma il monastero al nuovo abate cassinense Gerardo[7].

Le principali attrazioni turistiche sono la chiesa parrocchiale dei SS. Apostoli Pietro e Paolo con annessa cripta ove si conserva il corpo di sant’Amico, l’eremo intitolato al medesimo Santo e sito nell’omonimo bosco che circonda l’abitato, le Mura ciclopiche di epoca sannitica sulla sommità di Monte Miglio, la Fontana Grande del XVIII secolo, le Sorgenti di Pesco Bertino, di Capo di Vandra e quelle della fonte Calante, i ruderi della Taverna del Sangro, di resti di una torre medievale.

Musei

Da visitare è anche il Museo Civico Archeologico, dedicato alle tradizioni, alla civiltà contadina e all’archeologia del territorio.

In località “Montagna” si trovano l’Osservatorio astronomico “Leopoldo del Re” ed il Planetario che riproduce la volta celeste con circa 20.000 stelle.

Dal giugno del 2014 il territorio di San Pietro Avellana, già inserito dal 1977 nel consorzio AssoMab (MAB: Man and Biosphere http://www.assomab.it/ Archiviato il 5 luglio 2014 in Internet Archive.) è patrimonio dell’Umanità.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti

Economia

Il territorio di San Pietro Avellana, grazie all’abbondanza di sorgenti e corsi d’acqua, alla particolarità del terreno e alla natura incontaminata, è particolarmente ricco di prodotti del sottobosco, primo tra tutti il tartufo (nero e bianco pregiato). Difatti San Pietro Avellana fa parte delle 42 Città Nazionali del Tartufo, alla pari di AlbaAcqualagna, etc, la cui produzione di tartufo bianco si aggira circa al 40% della produzione nazionale.

Tra le attività economiche più tradizionali, che pur non essendo diffuse come nel passato non sono del tutto scomparse, vi sono quelle artigianali, tra le quali si può citare l’arte della tessitura finalizzata alla produzione di coperte, rinomate per i colori e per i temi geometrici.[9]

San Pietro Avellana è socio fondatore del consorzio insieme ai comuni di CarovilliVastogirardiChiauciRoccasicuraPescolanciano e Pietrabbondante, la Regione Molise, l’Università del Molise e l’UTB di Isernia. Lo scopo primario di ASSOMaB è l’allargamento della Riserva UNESCO MaB di Montedimezzo-Collemeluccio; nel dicembre 2013 il consorzio ha concluso con successo l’iter di candidatura per la nascita della “Riserva MaB Alto Molise”.

San Pietro Avellana è l’unico Comune del Molise ad aver approvato il piano di azione per l’energia sostenibile relativo al Patto dei sindaci (SEAP).

Cultura

Cucina

  • Cazzarelli e fagioli
  • Fettuccine al tartufo
  • Piccillato di Pasqua
  • R Turcniegl (dolce fritto con uva passa)
  • Mustaccioli al cioccolato
  • Biscottini con il naspro
  • Le “Ciambelle”
  • Le Friselle (dolce)

Eventi

  • Gara podistica “Trofeo re Fajone”,
  • Fiera nazionale del tartufo estivo il secondo week-end di agosto
  • Mostra-mercato del tartufo bianco pregiato, agli inizi di novembre
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Ultimo aggiornamento

19 Gennaio 2023, 10:27